domenica 9 agosto 2020

SALVA UNA VITA MA NON SI SENTE UN EROE

 Marcello Saroli salva la vita ad un ciclista in arresto cardiaco sulle rive del lago Albano

"Eroe? No, sono solo un cittadino che ha fatto il proprio dovere."

La Famiglia Saroli dal 2010 segue i corsi di formazione alla rianimazione cardiopolmonare della Fondazione "Giorgio Castelli Onlus"

Saroli Club di Castelgandolfo. Uno spicchio di paradiso compreso tra le acque del Lago Albano e le coste lussureggianti del cratere dell’antico vulcano. Squilla il telefono di Arianna, ma non è la solita telefonata di un amico o il cliente che chiede la disponibilità di un ombrellone. La voce dell’amica che esce dall’apparecchio è concitata, al limite della disperazione. “Avete il defibrillatore, vero? Si è sentito male un ciclista sul lungolago e dovrebbe essere in arresto cardiaco!” Arianna grida a Marcello, il papà, che c’è bisogno dell’apparecchio salvavita a poche centinaia di metri da loro. Ci vogliono pochi minuti per arrivare sul luogo, nonostante la macchina sia bloccata nel parcheggio. Ma Marcello non si perde d’animo, salta al volo nell’auto di una collaboratrice e si fa trasportare dal malcapitato. “In quei momenti sono tante le cose che ti passano per la mente, una su tutte la responsabilità di fare bene tutte quelle operazioni che possono regalare ad un padre di famiglia la possibilità di restare con noi.”

“Appena arrivato, mi sono reso immediatamente conto della gravità della situazione – racconta Marcello – Il signore era adagiato al lato della strada privo di sensi, in tenuta da ciclista, e una signora, che poi ho saputo essere la moglie, stava effettuando il massaggio cardiaco. Insieme ad un altro passante, forse un operatore sanitario, abbiamo collegato al defibrillatore e poi applicato le piastre sul torace e abbiamo atteso che l’apparecchio consigliasse la scarica. E’ stata efficace la prima scarica. Il poveretto ha dato immediatamente segni di vita e subito dopo sono giunti i soccorsi che hanno preso in carico il paziente.”

Che si prova ad aver salvato una vita umana?

“Intanto faccio i migliori auguri di pronta guarigione al malcapitato ciclista e lo aspetto al Saroli Club per brindare insieme, poi devo dire che dopo lo shock emotivo iniziale, ci si sente veramente bene. Non sono un eroe (ride), sono un normale cittadino che si sente di aver fatto il proprio dovere, mettendosi a disposizione della comunità. E’ semplice educazione civica”.

Però sei stato uno dei primi a credere alla cardioprotezione?

“È vero. Sono dieci anni esatti che siamo entrati nel programma della Fondazione “Giorgio Castelli Onlus”. Io, mia moglie Anna e i miei figli siamo stati tra i primi a formarci nelle manovre di rianimazione cardiopolmonare con la Fondazione e a ricevere in dono il defibrillatore che è stato protagonista di questa significativa esperienza.””

Chiediamo anche ad Arianna come ha vissuto questa esperienza

“Quando ho detto a papà della telefonata di aiuto, mi ha strappato di mano il defibrillatore e è corso via immediatamente. Nei lunghissimi minuti che abbiamo aspettato il suo ritorno insieme agli altri amici che erano presenti, mi sono passati davanti agli occhi tutti gli addestramenti fatti insieme, le parole di Vincenzo e Valerio Castelli, e ho sperato ardentemente che ricordasse tutte le manovre e le procedure. Quando lo abbiamo visto tornare con il sorriso sulle labbra, siamo scoppiati tutti in un grande applauso liberatorio. Tutte le mattine, la prima cosa che faccio, prima ancora di aprire il Circolo, è quella di controllare stato di carica e scadenza delle piastre del defibrillatore. E’ anche la prima cosa che insegniamo ai nostri istruttori quando, per la prima volta, entrano a far parte della nostra organizzazione. Gesti che sono diventati un vero e proprio rituale, nella speranza che non debbano mai servire, ma anche nella certezza che, qualora si dovesse verificare un evento come quello che è accaduto, siamo tutti pronti ad intervenire e a intervenire nel modo corretto. E grazie al cielo è proprio quello che è accaduto!”

Anche Vincenzo Castelli, il medico presidente della Fondazione “Giorgio Castelli Onlus”, ha voluto congratularsi telefonicamente con la Famiglia Saroli per l’intervento che ha salvato una vita umana da parte di operatori laici (cioè non sanitari ndr) formati dalla struttura che porta il nome del figlio Giorgio, scomparso proprio per un arresto cardiaco.

“E’ una gioia immensa – ci ha detto il dott. Castelli raggiunto telefonicamente – poter constatare che l’immenso impegno che insieme a tantissimi amici abbiamo profuso in questi anni, sta dando i suoi frutti più belli. Chi salva una vita, salva il mondo intero, recita un antico detto ebraico, e questo avvenimento è uno dei frutti del lavoro dei nostri volontari e delle migliaia di persone che da noi hanno imparato le manovre salvavita e l’uso del defibrillatore. E’ il riconoscimento migliore per il loro impegno e la loro dedizione e il modo più vero per onorare il nostro Giorgio. Insieme a Rita e a Valerio e Alessio abbiamo voluto inviare un abbraccio a Marcello e alla sua famiglia per tutto quello che da tanti anni stanno facendo insieme a noi.”

Mentre ci salutavamo, Marcello Saroli ci racconta sorridendo che, per la prima volta da tanto tempo, non è riuscito a schiacciare il suo solito pisolino pomeridiano. Tante le emozioni e la serenità di un uomo che si sente di aver fatto solo il proprio dovere. Gli eroi, continua a ripetere, sono altri …

Marco Giustinelli - Ufficio Stampa "Fondazione Giorgio Castelli Onlus"


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