E’ duro scrivere qualcosa in questo giorno triste. Triste
per il Calcio a Cinque e tristissimo per chi ne sente la mancanza come amico e
collega. Pietro se ne è andato come ha vissuto. Velocemente, improvvisamente.
Come quando al Comitato era difficile bloccarlo e parlarci con calma anche solo
per dieci minuti, anche per chi, con lui, condivideva stanza e scrivania. Un
fuoriclasse, uno con il quale l’uno contro uno lo perdevi sempre. In tanti anni
che ho collaborato con lui, sono stato testimone di mille occasioni in cui
presidenti, allenatori, giocatori entravano infuriati nel suo ufficio per
lamentarsi di un sorteggio, un arbitraggio, un tesseramento andato male o una
squalifica troppo severa. Mille occasioni in cui la chiacchierata finiva
immancabilmente con una risata, una stretta di mano e la consapevolezza, per
tutti, che in quell’ufficio c’era una persona che ti ascoltava e, se poteva,
avrebbe risolto il tuo problema. E, se non avesse potuto, ti avrebbe convinto che il problema non c’era perché, in fondo, il calcio a cinque era comunque un
gioco. Abbiamo riso, abbiamo discusso, abbiamo avuto punti di vista diversi, a
volte anche contrastanti, ma mai una volta siamo usciti dall’ufficio arrabbiati
l’uno con l’altro. Mi ha voluto al Comitato nel 2009, nel periodo dell’informatizzazione,
per insegnargli come scrivere o ricevere una mail o navigare tra i social. Mi ha
chiesto di dargli una mano anche con il “suo” Centro Anziani, quando gli
serviva una locandina o il menu per il Cenone di Capodanno. Con il suo modo di
fare riusciva a non scontentare nessuno, e questo ha contribuito a fare del
Lazio la regione principe del Calcio a Cinque italiano. Mi ricordava spesso che
quando iniziò la sua avventura al Comitato Regionale nel Calcio a Cinque, c’erano
più o meno una quindicina di società. Se oggi la nostra disciplina è così forte
e diffusa il merito è essenzialmente il suo, che ha combattuto sempre perché una
società non mollasse, trovando ogni soluzione possibile e impossibile. Avevamo
programmato di passare qualche domenica insieme per scrivere un libro sul
calcio a cinque. Ma il Covid maledetto non ce ne ha dato il tempo. Ciao Pietro.
Buon viaggio nel vento …
Marco Giustinelli
Nessun commento:
Posta un commento